Tre metri sopra il cielo

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“...sotto il ponte di corso Francia. Babi é ancora insonnolita e distratta quando improvvisamente la vede. Non crede ai suoi occhi. In alto, piú in alto di tute, sulla bianca colonna del ponte, una scritta domina le altre, incancellabile. É lí, sul freddo marmo, azzurra come i suoi occhi, bella come l’ha sempre desiderata. Il suo cuore comincia a battere veloce. Per un attimo le sembra che tutti possano sentirla, tutti possano leggere quella frase, proprio come sta facendo lei in quel momento. É lí, in alto, irranggiungibile. Lí dove solo gli innamorati arrivano: “Io e te... Tre metri sopra il cielo”


Prima di tutto, voglio scusarmi se il mio italiano non é cosí bravo ma, ci sono tanti anni che non ho scritto nulla in questa magica lingua, che forse ho dimenticato qualche regole cosí importantissime oppure regole minore.

Quattro mesi fa, ho letto questo romanzo di Federico Moccia, non ricordo esatamente come, ma un giorno Moccia é apperso nella mia vita per casuale, e cosi, piano, piano, ho imparito che questo livro  é veramente un romanzo di culto nella Italia, le crittiche sembravano cosí brave che avevo aspetatto molto  per raggiungerlo e doppo per leggerlo.

Moccia ci racconta la storia de Babi Gervasi, una bella studentessa modello che  ha una vita perfetta e “facile”. Invece, Steffano Mancini, ovvero conosciuto come Step, é un teppista,  un ragazzo veramente problematico che ha avuto piú di un confrontto con la legge, con una famiglia dinfunzionale  e  una amicizia incondizionale con altro ragazzo come lui, Pollo.

Il romanzo ci racconta com’é stato il inammoramento di Babi per Step. Per cominciare lei non voleva saper nulla di un teppista cosí insolente e disgraziato che era la viva rappresentazione di tutto quello che non aveva senso nella sua vita rosa. Nonostante, le suoi occhi sono caduti inevitabilmente sulla personalitá di Step.

Cosí comincia la sua storia d’innamoramento che gli concederá l’opportunitá di volare, almeno, tre metri sopra il cielo. Sebbene la storia d’amore comincia cosí forte, ardimentosa e divertente finisce di maniera tragica, principalmente per Step che non saprá farsela senza Babi.

Lo stilo e la storia é semplice, e se tu sei un lettore rigido, che gode con le strutture forte e le livri classici non troverai nihil nuvum sub sole, nonostante, penso che sia inteligente dargli un’oportunitta come lettura leggera.


Tra le mie frasi favorite troviamo:


- Sono felice. Non sono mai stata cosí bene in tutta la mia vita. E tu?
- Io? Step l’abbraccia forte. “Sto benissimo”
- Da arrivare a toccare il cielo con un dito?
- No, non cosí.
- Come, non cosí?
- Molto di piú. Almeno tre metri sopra il cielo.

- Le sue mani finiscono, senza volerlo, sotto il giubbotto. La sua pelle é fresca, il suo corpo caldo nel freddo della notte. Babi sente scivolare sotto le sue dita muscoli ben delineati. Si alternano perfetti a ogni suo piú piccolo movimento. Il vento le scorre lungo le guance, i capelli bagnati ondeggiano nell’aria. La moto si piega, lei lo abbraccia piú stretta e chiude gli occhi. Il cuore comincia a betterle forte. Si chiede se sia solo paura. Sente il rumore di alcune macchine. Ora sono in una strada piú grande, fa meno freddo, gira la faccia e posa la guancia sulla sua schiena, sempre senza guardare, lasciandose cullare da quel salire e scendere, da quel romore potente che sente sotto di lei. Poi piú niente. Silenzio.

- Torneró mai lassú, in quel posto cosí difficile da raggiungere. Lí, dove tutto sembra piú bello. E nello stesso instante in cui se lo chiede purtroppo, sa giá la risposta

- Di una cosa sono sicuro. Non potrá amarla como l’amavo io,  non potrá adorarla in quel modo, non saprá accorgersi di tutti i suoi dolci movimenti, di quei piccoli segni del suo viso. É como se solo a lui fosse stato concesso vedere, conoscere il vero sapore dei suoi baci, il reale colore dei suoi occhi. 

- Nessun uomo mai podrá vedere ció che ho visto io. Lui meno di tutti. Lui reale, crudo, inutile, materiale. Lo disegna cosí, incapace di amarla, desideroso solo del suo corpo, incapace di vederla veramente, di capirla, di rispettarla. Lui non si divertirá a quei dolci capricci. Lui non amerá anche la sua piccola mano, le sue unghie mangiate, i suoi piede leggermente cicciotti, quel piccolo neo nascosto, non poi cosí tanto. Forse lo vedrá sí, che terribile sofferenza, ma non sará mai capace di amarlo. Non in quel modo

-Ho paura dei giorni che verrano, di non farcela a resistere, di quello che non ho piú, di quello cha sará preda dei venti

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